Il percorso di Mohamed a Hell's Kitchen
Mohamed ha saltato di felicità uscendo dall’ufficio di Chef Carlo Cracco, è lui il vincitore della quarta edizione di Hell’s Kitchen e questa vittoria arriva alla fine di un percorso praticamente senza ostacoli, vissuto a velocità costante. Mohamed è cresciuto passo dopo passo e ha saputo cavarsela mettendo in gioco tutte le sue capacità e dimostrando a Chef Cracco le sue doti.
Il neo Executive Chef ha dovuto superare i conflitti della brigata blu, legati agli scontri con i suoi compagni di brigata, tutte personalità molto forti. Mohamed, Tommaso, Andrea D non hanno fatto che pestarsi i piedi per guidare la brigata e dargli una direzione e hanno impiegato tempo prima di riuscire a trovare un giusto equilibrio. C’è voluto anche il cambio di casacca di Andrea, passato nella squadra rossa, per lasciare lo chef altoatesino libero di muoversi.
Tra galli nello stesso pollaio, si sa, la pace dura poco e infatti Tommaso e Mohamed non se le sono mandate a dire: il primo accusava Lorenzo di non aver preparato nel modo corretto il risotto durante la linea e il secondo che gli ricordava che un buon leader non butta fango sui compagni di brigata.
La sua cucina è sempre stata caratterizzata da contaminazioni etniche, dovute al suo background culturale, e dotata di tecnica e attenzione ai dettagli. Il cerchio di fuoco non è stato luogo visitato da Mohamed, che nelle prove individuali è riuscito praticamente sempre a convincere il diavolo con le sue creazioni e a risparmiarsi spille nere e duello. Una sola volta ha rischiato l’eliminazione, dovendo sfidare Andrea D per colpa del suo atteggiamento sbagliato al passe nel servizio di semifinale.
Questa sua perfezione costante, unita al suo carattere mite, l’hanno inevitabilmente portato a inimicarsi alcuni chef; tra tutti, in semifinale Andrea D si è lasciato scappare qualche giudizio sul suo operato, confessando a Shaban e Kristian, giacche nere della terza edizione, che tra di loro non scorresse buon sangue, il motivo era il modo di Mohamed di pavoneggiarsi e di parlare troppo.
Mohamed ha però portato avanti la sua missione senza troppi intoppi, convincendo anche Chef Alfio Ghezzi nel servizio sulle montagne trentine, dove si è dedicato ad un piatto di casa come il risotto mantecato con mele, Trentigrana e timo. La sua fantasia è emersa totalmente proprio nella finale, dove ha giocato le carte giuste. Inizialmente nella prova dedicata alla pasta, dove ha osato attraverso antipasto, primo e dessert con un percorso che dal suo Trentino Alto Adige verso il Marocco lo ha portato alla salvezza. Anche nel servizio ha giocato le carte giuste, mettendo in brigata chef di fiducia come Margherita, Marta, Andrea D e Luiz e costruendo un menù che si è fatto apprezzare, concentrandolo sul territorio altoatesino con dei rimandi alle sue origini marocchine.
Mohamed ha dedicato questa vittoria a sua madre e alle sue sorelle, che l’hanno sostenuto e incoraggiato nell’affrontare questo percorso. Davanti a loro si è sciolto quel cuore rimasto nascosto fino alla finale e si è lasciato andare a qualche lacrima, perché l’emozione di cucinare per la prima volta davanti ai suoi affetti più cari è stata per lui molta.